Ciao Barista, in questo articolo parleremo di orari di lavoro al bar.
L’altro giorno mi sono imbattuto in un post, dove un collega lamentava il fatto, di essersi trovato, prima della pandemia, più volte dentro dei locali, a due ore prima della chiusura,
e di non essere servito perché… avevano già pulito,
sembra incredibile ma succede spesso,
quante volte ci siamo ritrovati in locali che ti dicono che hanno già pulito la macchina del caffè, che la cucina è chiusa, eccetera ecc…
in questo modo rischiamo di perdere soldi e clienti.
Come argomento sembra molto semplice ma invece risulta essere molto spinoso perché,
da una parte ci sono gli imprenditori che cercano di ottimizzare al massimo i propri dipendenti e ovviamente dall’altra parte abbiamo i collaboratori che non vogliono essere presi in giro.
Quindi vediamo come l’argomento “orari di lavoro al bar” non è così semplice da sbrogliare.
A mio avviso, dobbiamo partire da un presupposto,
il bar come qualsiasi azienda eroga prodotti o servizi al cliente,
ha chiaramente le proprie regole e i propri orari dettati anche dai ritmi di lavoro.
Parliamoci chiaro che a tutti piacerebbe avere un’attività che sia sempre aperta e generi continuamente fatturato e utili, ma questo non è sempre possibile,
allora giustamente conviene avere degli orari di lavoro anche al bar.
Un grosso problema, secondo me, è che gli orari di lavoro al bar, troppo spesso vengono creati sulle esigenze dell’imprenditore e non su quelle del cliente.
Come detto prima non è facile affrontare questo argomento perché aumentando gli orari di apertura ci si ritrova a dover aumentare il numero di collaboratori all’interno dell’azienda, questo si traduce in aumento dei costi che spesso non sono compensati dal prolungamento dell’orario.
Soprattutto nei piccoli paesi, in piccole strutture, con piccoli bacini di utenza, anche rimanendo aperti tutto il giorno,
molto probabilmente non riusciremo a coprire i costi,
quindi è evidente che conviene ridurre l’orario tagliando i momenti dove non c’è lavoro, non è bello, ma lo capisco.
Allora come si gestiscono gli orari di lavoro al bar?
Durante la fase di creazione dell’azienda questo è un argomento che va trattato, invece troppo spesso, ci limitiamo a imitare quello che facevamo dal nostro vecchio titolare, o a guardare cosa fanno gli altri locali nella nostra zona.
Invece l’azienda andrebbe già impostata per essere, non dico sempre aperta,
ma aperta il più possibile per cercare di fornire il prodotto o il servizio al cliente quando lo desidera.
È chiaro che non sarai aperto la notte se hai una caffetteria, ma almeno cercherai di aprire tutto il giorno per soddisfare i tuoi clienti.
A questo punto i conti la fanno da padrone sulla gestione degli orari di lavoro al bar.
Adesso c’è un problema, perché molti imprenditori fanno male i conti, o fanno dei ragionamenti sbagliati.
Perché ci sono degli orari dove l’afflusso è effettivamente più basso, allora il titolare fa il conto di quanto ha incassato in quel lasso di tempo e giunge a conclusione che non rientra dei costi,
molto spesso questo avviene anche in tempi relativamente brevi, nell’ordine di un mese barra due.
Ma il conteggio effettivo va fatto sul totale,
poi si può provare grazie al marketing a riempire il locale nei momenti in cui ne abbiamo bisogno.
Durante la fase di progettazione del tuo bar, devi impostarlo per essere aperto il più possibile,
andrai a calcolare i costi e a capire qual è il punto di breakeven per avere l’azienda aperta quelle ore con quello staff,
cioè quanto devo incassare giornalmente o mensilmente, per potermi permettere di sostenere tutti i costi.
Questo indipendentemente dal fatto che in determinati orari non venga nessun cliente.
Questo va fatto a priori, il tuo bar per funzionare correttamente ha bisogno di tot di dipendenti per essere aperto tot ore al giorno, per farlo hai bisogno di fare un determinato incasso,
se ti sembra impossibile allora probabilmente lo è, quindi conviene evitare di fare questo investimento.
Quanto sembrava semplice l’argomento della gestione degli orari al bar, quanto si sta rivelando complicato, invece?
Affrontiamo ancora un altro argomento spinoso, la distinzione fra orari di lavoro e orari di servizio al cliente.
Questo, per me, è molto importante perché, tanti titolari confondono le cose, esistono degli orari per i collaboratori e degli orari di servizio per i clienti,
altrimenti è normale che ci si ritrova in locali che non ti danno da mangiare e da bere perché hanno già pulito.
È evidente che se l’orario di servizio termina prima dell’orario di lavoro del collaboratore, lui fino all’ultimo minuto potrà servire il cliente, e poi avrà tutto il tempo di procedere alle pulizie.
Insomma, andiamo sul pratico, se ad esempio chiudiamo il servizio alle 22:00, non potrai dare al collaboratore lo stesso orario di fine turno, è impossibile, ma l’orario di lavoro sarà minimo alle 23:00, il tempo che occorre per sistemare insomma.
Questa che sembra una cosa banale, non lo è affatto perché non lo fa nessuno, quindi ci si ritrova in locali dove il barista poco prima della chiusura per anticiparsi inizia le pulizie,
non si può nemmeno dargli torto a questo punto,
mentre con uno sfalso giusto fra orari di lavoro del bar e orari di lavoro dei collaboratori tutto questo può risolversi.
Non è una questione di guardare al minuto o all’orario, io sono il primo che quando lavoro non guardo mai queste cose, però è una questione di rispetto anche nei confronti dei tuoi clienti e dei tuoi collaboratori.
Se sai che per sistemare il locale la sera c’è bisogno di almeno un’ora di lavoro, devi calcolarla nelle ore di lavoro del tuo collaboratore,
lui te ne sarà grato, apprezzerà e tu potrai esigere che il cliente venga servito fino all’ultimo secondo.
Ti invito come sempre a seguirci sul blog e ad iscriverti alla newsletter inserendo qui la tua mail.
Alla tua Libertà
Mirko Bifano
