Ciao Barista, con il nostro blog abbiamo raccolto qualche testimonianza dell’anno nero che abbiamo attraversato.
Vogliamo dare un volto ed una voce agli imprenditori del mondo dei bar, a tutti i baristi e a tutte le attività che gravitano intorno a questo mondo.
Ci tengo a ringraziare personalmente tutte le persone che hanno accettato di rispondere a questa breve intervista e lasciare la propria testimonianza dell’anno nero appena passato e invito chiunque voglia partecipare a scriverci una mail a: [email protected]
Ma lasciamo la parola ai nostri ospiti, oggi abbiamo qui Manuel e ci penserà lui a presentarsi.
Ci fai una piccola presentazione di te e del tuo locale?
Mi chiamo Manuel, ho aperto la mia attività focalizzata su cheesecake in stile orientale e bubble tea nel 2018 a Seregno (MB)

Prima del 2020 e della pandemia, come andava la tua azienda, potevi definirti contento?
Passato il primo anno e mezzo con qualche difficoltà nel lanciare un prodotto nuovo e unico sul mercato italiano, ma al tempo stesso sconosciuto ai più, era un periodo in costante crescita, con febbraio 2020 addirittura meglio del dicembre 2019.
Come era il tuo stato d’animo e cosa hai provato alla comunicazione del lockdown?
Ero ovviamente soddisfatto e soprattutto fiducioso di poter proseguire quel trend, anche considerando la stagione estiva in avvicinamento. Un tipo di attività come la mia offre un prodotto che ben si presta alla consumazione da passeggio, quindi la bella stagione non poteva solo che andare meglio, poi di colpo..

Sappiamo tutti che brutto periodo è stato quello del lockdown, cosa facevi per tenerti impegnato?
Ho sfruttato il tempo a disposizione per imparare ad usare meglio i programmi di grafica, cosa che ho scoperto interessarmi per le mille possibilità che si hanno a disposizione, oltre ad essere utile per alcuni aspetti del mio lavoro.
Nelle fasi meno acute della prima ondata ho attivato il servizio consegne a domicilio, che non ha portato risultati sostenibili ma ha dato una mano a reggere in piedi il bilancio dei 50 giorni di chiusura.
Inoltre, arrivo da una carriera nella ristorazione, quindi ne ho approfittato per tornare ai fornelli e trattarmi bene…

Come ti sei organizzato con il tuo locale per la riapertura?
È un locale da asporto, pertanto piccolino, quindi tra far entrare due persone per volta e non farle entrare proprio non mi avrebbe fatto gran differenza.
Finché il clima l’ha permesso ci siamo organizzati allestendo il bancone sulla porta per vendere direttamente alla vetrina. Oltretutto la coda che si crea sulla strada attira sempre curiosità…

Come vanno gli affari oggi?
La prima ondata siamo riusciti a chiuderla in pari. Tra l’aver lavorato molto bene fino all’ultimo giorno di apertura, le consegne, gli aiuti e una riapertura a buon regime ne siamo usciti molto bene, nonostante i 50 giorni di chiusura.
Adesso la gente inizio a vederla più esausta, qualcuno anche giustamente preoccupato (chi per la salute, chi per i soldi/futuro), a questo giro, magicamente, non abbiamo più diritto agli aiuti secondo il decreto “ristori bis”, e la stagione fredda mista alle restrizioni non invoglia certo ad uscire quanto quella estiva.
É da novembre che si va avanti arrancando senza sapere per quanto andrà avanti, risulta difficile fare progetti, investimenti…
Quale è il tuo desiderio per il 2021 e cosa ti piacerebbe che succedesse?
Spero come tanti di poter tornare a lavorare lasciando che siano solo i clienti ad influenzare i nostri risultati. Non un virus, non la politica.
Abbiamo un patrimonio imprenditoriale demolito da questa vicenda ma altrettanto creativo da meritarsi la piena rinascita.
Per quanto riguarda la mia attività, essendo un progetto facilmente scalabile, ho sempre in mente l’idea che trasformarla in un franchising sia il traguardo più ambizioso.
Ringraziamo ancora Manuel, e vi invitiamo a contattarci se volete lasciarci la testimonianza dell’anno nero 2020.
Scrivici una mail a: [email protected]
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Alla tua Libertà
Mirko Bifano