Come si fa a coinvolgere i dipendenti nell’azienda e a tenerli sempre motivati?
Purtroppo, nel bar e nella ristorazione, il dipendente in genere viene sempre trattato male, con turni di lavoro infiniti, con lavori che non gli competono e tanto altro.
Lungi da me fare il sindacalista, visto che sono io il primo ad aver lavorato tanto e anche con un certo masochistico piacere ma, dopo aver studiato un po’, mi rendo conto che questo approccio non è realmente quello giusto.
Un bar o un locale è un’azienda ed in quanto tale non possiamo pensare che le persone che lavorano per noi debbano lavorare come se fosse un membro di famiglia,
in un certo senso obbligato a dare il massimo, a volte anche più di noi e, spesso e volentieri, anche per uno stipendio non in linea con la media.
Ne va della loro motivazione che automaticamente si ripercuote sulla nostra attività.
Questo è uno dei motivi per cui nella maggior parte dei bar e ristoranti il cliente viene accolto quasi come un fastidio.
Quante volte siete entrati in un bar e a non aver avuto risposta nemmeno ad un “buongiorno”?
Non chiedo il sorriso, sarebbe troppo.
A volte questo succede anche perché il lavoro del barista o del personale di sala viene sempre visto come un ripiego,
qualcosa che la maggioranza delle persone fa perché ci si è trovata in mezzo,
perché non c’era niente di meglio in quel momento.
Ricordo, anche durante il periodo della scuola alberghiera – sembra passato un secolo – c’era un afflusso tale di persone verso quel settore, in periodi dove ancora non esisteva masterchef, tanto che bisognava trovare almeno due o tre succursali alla scuola principale.
La maggior parte erano ragazzi che non avevano voglia di studiare, ma pur di assolvere all’obbligo scolastico si iscrivevano all’alberghiero.
Quindi era già visto come un ripiego fin dai tempi della scuola.
Dovremmo vedere il personale di sala e bar come il nostro front office, cioè le persone che sono in trincea a fronteggiare il cliente e, soprattutto, i nostri venditori, questo va capito e assimilato.
Qualsiasi azienda vuole venditori in gamba che vendano di più e meglio; e allora perché nella ristorazione preferiamo far lavorare “nostro cugino”?
Lo dico con un po’ di sarcasmo perché lo so che ci siamo passati tutti, però ad un certo punto, dobbiamo renderci conto che questa è la parte essenziale del nostro lavoro:
occorre avere dei professionisti, e quando parlo di professionisti non parlo di maniaci,
perché negli ultimi anni si sta assistendo, soprattutto nel campo del vino e della caffetteria, alla nascita di persone che nelle preparazioni e nella conoscenza del prodotto sono impeccabili
ma poi non riescono a comunicare con il cliente e quindi a far passare la loro conoscenza.
La verità sta sempre nel mezzo.
Come fare a spronare e ad incentivare i dipendenti?
Una volta individuate le persone adatte a ricoprire i ruoli di front office della nostra azienda, secondo me, dobbiamo innanzitutto essere trasparenti con l’andamento della nostra azienda e rendere partecipi tutti i nostri dipendenti
“nella buona e nella cattiva sorte”.
Fatto questo, possiamo cedere delle percentuali sul fatturato come incentivo ad una maggiore vendita e, naturalmente,
questa promessa deve essere pattuita prima e mantenuta nel tempo altrimenti la credibilità dell’imprenditore diventa pari a zero.
In questo modo ogni cliente che varca la soglia diventa un’opportunità.
Ogni dipendente ha una leva che lo motiva più di ogni altra cosa e non è sempre il denaro, ma potrebbe essere anche il tempo,
quindi magari potete anche decidere al raggiungimento di determinati obbiettivi di fatturato di concedere dei giorni liberi extra,
i dipendenti vi saranno grati e ci sarà un impegno maggiore verso l’azienda.
Sicuramente ci sono tantissimi modi per incentivare i dipendenti, ma tu lo fai?
Tu come incentivi i tuoi dipendenti?
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Alla tua Libertà
Mirko Bifano
