PERCHÉ STARBUCKS CI HA MESSO TANTO AD ARRIVARE IN ITALIA?

L’altro giorno facevo una riflessione, ma come mai una multinazionale come quella di Starbucks che è presente in tutto il mondo, ha capitali tali da poter aprire ovunque desideri, sia arrivata in Italia solo adesso?

Eppure il nostro paese dovrebbe essere attrattivo dal punto di vista dei consumi.

Certo è anche vero che non è attrattivo a livello imprenditoriale e di tassazione, e qualsiasi azienda è frenata dall’investire in Italia,

bisogna per forza avere un partner presente sul territorio che si occupi di risolvere tutti i problemi con la burocrazia,

il partner in questo caso è Percassi, una grande azienda italiana capace di portare Starbucks in tutta Italia.

Ma perché ci ha messo tanto ad arrivare?

A mio avviso per una difficoltà oggettiva del mercato.

Starbucks ha aperto in Italia modificando alcune piccole cose rispetto agli altri negozi all’estero, perché?

Perché ogni mercato è differente dall’altro,

puntare tutto sul dolce come potete trovare in qualsiasi starbucks americano non sarebbe stata una scelta saggia in Italia, dove l’italiano dopo una certa ora del mattino già passa al salato.

Mi stupisco sempre di come una grande azienda come questa sia capace di modificare un sistema rodato per entrare in un nuovo mercato,

trovo sia fantastico, e da prendere come spunto quando vogliamo cercare di imporre la nostra idea al mercato.

È giustissimo avere una idea e perseguirla, ma fino ad un certo punto,

se questa idea si scontra troppo con il mercato, non si riesce a guadagnare e di conseguenza si rischia di farsi male.

Quindi da questa riflessione fatta con voi “ad alta voce”,

 credo ci sia da imparare che quando stiamo

 per aprire un azienda, un locale, un bar dobbiamo conoscere

molto bene il mercato in cui ci stiamo andando a scontrare,

mi rendo conto che sembra “il segreto di pulcinella” ma in realtà non lo è,

perché tante persone aprono un bar o un locale o non essendo completamente del settore quindi con una conoscenza del mercato praticamente nulla

o non conoscendo praticamente la zona,

questo avviene anche all’estero dove vedo annunci rivolti all’Italia di locali in vendita, ci sono persone che partono alla cieca perché magari stanche di lavorare Italia, fanno un investimento importante e poi si trovano in difficoltà perché non conoscono il mercato in cui si trovano.

Trovo che dobbiamo cercare di prendere il meglio dalle grandi aziende, e questa capacità di adattamento al mercato da parte di Starbucks mi piace e la prenderò come esempio.

Voi cosa ne pensate?

Credete che imponendo la vostra idea prima o poi riuscirete lo stesso?

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Mirko Bifano

Mirko Bifano

2 commenti su “PERCHÉ STARBUCKS CI HA MESSO TANTO AD ARRIVARE IN ITALIA?”

  1. Il vostro ragionamento è giusto e errato… Giusto: aprire un bar – rispondere a esigenze di mercato. Errato; l’arrivo di Starbucks non è collegato al burocrazia o difficolta, Ma legato a mentalità chiusa di Italia, entrata di Starbucks è un segno di cambiamento nel abitudine do società italiana. Entrare prima, quando italiani credevano che esiste solo uno caffè (non sapevano di Arabica, già non parliamo di differenziare per monorigine e specialty), significava fallimento. Sarebbe stessa cosa, se una società di produzione carne maiale va con il Suo prodotto nel paesi musulmani, ma se arriverebbe un giorno che nel quel paesi sarà prevalenza di altre religioni che mangiano quel carne – azienda di allevamento entra tranquillamente. A proposito, nei ogni paesi Starbucks fatto diverso menu, non solo per Italia. E entrare in Italia per Govard Schulz significa “chiudere il cerchio”, perché Starbucks è nato dopo la sua visita a Milano. A Govard Schulz è piaciuto che nel bar c’è atmosfera di casa, che i baristi conoscono i sue clienti per il nome, per cio a Starbucks scrivono i nomi sul bicchieri….

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